
Un caso di buona sanità italiana:il risveglio
dal coma e il recupero di Mina
"Sei anni fa lavoravo
come tecnico di radiologia in un ospedale in Germania
e non avevo alcun problema di salute. Nello stesso
periodo, mentre ero in ferie in Italia, a seguito
di un raffreddamento mi sono stati consigliati dei
controlli (già in quest'occasione ebbi una
prima buona impressione della Sanità italiana)
che, purtroppo, evidenziarono un idrocefalo (ovvero
una stenosi dell'acquedotto di Silvio).
Tornata in Germania, subii
i primi tre interventi e nei tre anni successivi non
ebbi poi grossi problemi. Ma nel settembre del '98
cominciai ad avvertire leggere vertigini ed instabilità
mnemonica: malgrado l'esito negativo della risonanza
magnetica, dopo circa dieci giorni andai in coma.
Pur in stato comatoso, in
Germania subii altri interventi: qui i medici non
mi diedero alcuna speranza di ripresa e mi trasferirono
in varie cliniche di riabilitazione, dove però
non mi fu praticato alcun trattamento riabilitativo
di fisioterapia. In compenso fui imbottita di psicofarmaci
specifici per il morbo di Parkinson e per l'epilessia.
Tale terapia ha danneggiato i miei arti inferiori
e superiori, deformandoli; ciò mentre lentamente
mi andavo trasformando in una larva umana.
A questo punto i miei genitori
- grazie alle altre due figlie infermiere in Italia
- hanno avuto la possibilità di conoscere l'A.R.CO.
92 e la sua Presidente; quest'ultima suggerì
ai miei familiari di rivolgersi al Centro San Raffaele
Cassino. Qui sono stata ricoverata in lunga degenza.
Nei primi tempi, mi sono stati riscontrati - come
in Germania - lesioni cerebrali da cui difficilmente
avrei potuto riprendermi. Ma il Direttore Sanitario,
il prof. Sibaud, prese subito provvedimenti mettendosi
in contatto con il prof. Salvatore Giaquinto del San
Raffaele di Roma. La terapia farmacologica fu immediatamente
cambiata e io fui sottoposta, anche se ancora in stato
comatoso, ad una costante e severa fisioterapia. I
terapisti hanno lavorato con grande impegno, convinti
di ottenere ogni giorno un lieve miglioramento. In
effetti, hanno assistito al mio, seppur lento, risveglio
che ha fatto aumentare progressivamente le loro speranze
di recuperarmi. Fondamentale è stata la mia
collaborazione con loro e la mia forza di volontà
che mi ha permesso di sopportare continui dolori e
una costante spasticità. Solo nell'agosto del
2000, con tutori realizzati su misura, sono riuscita
con grande difficoltà a mettermi in piedi;
ho poi raggiunto altri risultati positivi con l'idrochinesi
praticata presso il Centro di Riabilitazione Silvana
Paolini di Ceglie Messapica (Brindisi).
Tutto ciò lo posso
raccontare grazie alla testimonianza dei miei genitori
che - nel ferreo intento di salvare una figlia - hanno
contribuito al mio recupero con la loro continua ed
inesauribile presenza fisica e sollecitando la sensibilità
di tutto il personale medico e paramedico. I medici
stessi sono rimasti stupefatti dei risultati ottenuti,
tanto da considerarli miracolosi: ora, oltre a sentirsi
soddisfatti, nutrono maggiori speranze per altri casi
simili al mio. Così come anch'io nutro ormai
buone speranze per il futuro e auguro - a chi ne potrà
aver bisogno - di ottenere risultati altrettanto positivi,
fidandosi delle professionalità e dell'umanità
che contraddistingue gran parte della Sanità
italiana."
Mina - Brindisi
N.B.) Nella presente testimonianza
è omesso il cognome e l'indirizzo dell'autrice
per garantire la riservatezza dei dati personali.
Chiunque volesse mettersi in contatto con Mina può
rivolgersi all'A.R.C0.92 Onlus che provvederà
ad inoltrare la richiesta.
Laura
- Salve a tutti, mi chiamo Laura e frequento Casa Dago da 3 anni. All'inizio ero molto scettica ...
Roberto
- Dopo il Coma, Ora anch’io sono un volontario,
la mia esperienza aiuta gli altri a tenere duro
Davide
- L’importante è non perdere mai l’ottimismo
e la speranza
Mariagrazia
- La vita è un dono prezioso
Alessio
e Antonietta - gli angeli non vivono solo in paradiso
Patrizia
- un aiuto per andare avanti
Giuseppe,
da un centro di cura a un altro: le difficoltà
dei suoi genitori per non abbandonarlo mai
Un caso
di buona sanità italiana:il risveglio dal coma
e il recupero di Mina
Roberto,
accanto a lui un fratello francescano: "le mie
gambe faticano ancora, ma adesso il mio spirito ha
le ali "
Nessun'altro
istituto ha mai offerto ad Antonio tali e tanti stimoli
da condurlo a scrivere di suo pugno
Enzo:
un ringraziamento particolare per l'ospitalità
datami
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